La passione stampata in fronte
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La passione stampata in fronte

Da quattro decenni la serigrafia è per Angelo Barzaghi passione quotidiana, anzi vero e proprio baluardo culturale, che da molti anni egli comunica attraverso la sua attività di formatore nelle aziende e da remoto

Galeotta fu la fotografia nel far approdare Angelo Barzaghi nel mondo della stampa e della personalizzazione. Siamo nel 1987 a Cesano Maderno, in Brianza, dove Barzaghi appronta nella cantina dei suoi genitori una camera oscura che presto si arricchisce di una giostra serigrafica e di un piccolo forno, consentendogli i primi lavori di grafica e stampa.

 

Poco dopo parte l’avventura professionale, sempre con la complicità della famiglia: la prima impresa con cui Barzaghi si affaccia sul mercato, Sericol, è infatti intestata a sua moglie, Paola Colombo: “A quei tempi lavoravo in banca di giorno e facevo serigrafia di notte - ricorda egli stesso -, abbiamo iniziato a personalizzare tessuti per ombrelli, per poi proseguire con gli oggetti in vetro, le piastre metalliche e una serie di accessori, borse e capi di abbigliamento, soprattutto sportivo. Un percorso che ci ha portato anche a collaborazioni nell’ambito dell’alto di gamma”.

 

Con l’allargarsi delle competenze cresce anche il numero dei clienti, circostanza che induce Barzaghi a spostarsi nel 1994 in un capannone della vicina Bovisio Masciago, installandovi la prima giostra di formato importante (60x90) e con 6 colori a registro. “Quell’attrezzatura ci ha messi in grado di lavorare sul tagliato di pressoché qualsiasi tipo – ricorda -, dai tessuti organici ai sintetici come le viscose e i poliammide. Inoltre, con l’aiuto dei primi software grafici ci siamo specializzati nell’elaborare digitalmente nuovi motivi e disegni per i tessuti”.

 

Così fino al 2003-2004, quando alla prima giostra se ne aggiunge una seconda più moderna e più snella, che consente ai coniugi Barzaghi e alla loro azienda (il cui nome, nel frattempo, è cambiato in Axp) di dotarsi di due reparti distinti, uno per l’oggettistica in serigrafia e tampografia, l’altro per la stampa piana. È in questo periodo che la lista dei committenti si arricchisce di importanti firme del mondo della moda come Valentino e Celine per gli ombrelli e Just for you per l'abbigliamento, nonché delle diocesi di Milano, Como e Varese: “Quando veniva proclamato un nuovo santo o beato – ricorda orgoglioso Barzaghi - i pannelli che venivano appesi fuori dalla basilica di San Pietro e dalle altre grandi chiese erano nostri”.

 

Tutto questo fino al 2008, quando la delocalizzazione apre da un lato le porte del mondo alle imprese italiane, ma dall’altro le mette di fronte a fenomeni come il dumping e a una concorrenza spesso spietata sui prezzi. Barzaghi non si perde d’animo, anzi sfrutta l’occasione per imprimere la svolta decisiva alla sua attività: quella della formazione, dove egli è assolutamente precursore di un trend che di lì a pochi anni si sarebbe imposto a pressoché tutte le aziende del settore.

 

Così, prima nei dintorni di Modena e poi nella “sua” Bovisio (dove la produzione cesserà definitivamente nel 2018/19) installa la sua neonata Accademia Serigrafica, calandosi sempre più intensamente nella nuova veste di coach, forte della sua esperienza che non riguarda solo gli aspetti tecnici ma anche soft skill come la comunicazione tra i diversi reparti delle grandi aziende, spesso deficitaria. “Io sono un formatore puro – precisa Barzaghi –, non faccio formazione in funzione di prodotti, bensì sulla tecnica e sulle persone. Pur aiutando a individuare i prodotti migliori per le diverse situazioni, quando entro in un'azienda io non propongo mai prodotti miei o di miei partner senza una ragione precisa. Perché la capacità di un formatore è proprio quella di far funzionare le cose con i mezzi a disposizione”.

 

Certo, anche oggi i tempi non sono dei più semplici, c’è stata la pandemia (che però ha anche sdoganato la formazione online), le tempeste perfette non mancano e la concorrenza del Dtf si fa sentire. Nondimeno Angelo Barzaghi continua nella sua missione culturale (è questo il termine giusto), cui hanno già aderito nel corso degli anni circa 600 allievi e una sessantina di aziende. Mantenendo sempre e comunque la barra a dritta sulla serigrafia, sulla quale ha già scritto due saggi – un terzo è in preparazione – e di cui riassume i pregi in un breve aneddoto familiare: “Una ventina d’anni fa, quando mio figlio era piccolo, guardavamo insieme il wrestling alla tv. Ogni volta che Eddie Guerrero o John Cena sfoggiavano una nuova livrea, io facevo per il mio bambino una maglietta in serigrafia, che la imitava. Ebbene, per più di 20 anni quelle stampe hanno tenuto a mille lavaggi”.